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Pubblico Impiego: il piano di licenziamento lampo degli assenteisti

lentepubblica.it • 18 Gennaio 2016

PA riforma pubblico impiegoIl dipendente pubblico che timbra il cartellino senza andare in ufficio, o sorpreso in flagranza di altri illeciti disciplinari, sarà sospeso dal lavoro e dalla retribuzione nell’arco di 48 ore. Nello stesso tempo scatteranno, da una parte, le procedure per il licenziamento e, dall’altra, quelle per l’esame della Corte dei Conti dell’eventuale danno erariale.

 

“Chi viene beccato a timbrare il cartellino ed andarsene viene licenziato entro 48 ore: è un fatto di buonsenso e di correttezza perché permette a tutti gli altri dipendenti della Pa di essere guardati a testa alta”,  ha detto ancora il presidente del Consiglio.  “Dobbiamo valorizzare le donne e gli uomini che lavorano nella Pa e che, nella stragrandissima maggioranza dei casi, sono onesti: hanno bisogno di sentire al proprio fianco la vicinanza dello Stato. Perciò abbiamo annunciato una cosa molto semplice, banale, e non so perché qualche sindacato abbia fatto polemica”, ha aggiunto.

 

Dunque “pugno di ferro”, promette Renzi: “mercoledì in Cdm porteremo la nostra proposta: chi fa così deve essere licenziato entro 48 e se il dirigente non procede rischia lui stesso.

 

Il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia non cambia linea: per i dipendenti statali “l’articolo 18 non si tocca. “Mi accontenterei di licenziare quelli che truffano, che rubano, che sono assenteisti. Senza che qualche giudice del lavoro li reintegri. Ma nel pubblico è impossibile che, cambiando maggioranza politica, si possa licenziare: sarebbe discriminatorio.”

 

Alla lunga lista di provvedimenti targati Madia in rampa di lancio, oltre dieci, si aggiungono quindi le misure per rendere più facili i licenziamenti e probabilmente anche quelle per rafforzare lo strumento della visita fiscale, passando le competenze dalle Asl all’Inps, come polo unico per i controlli.

 

Uno degli atti al vaglio di Palazzo Chigi prevede la ghigliottina sulle società controllate o collegate agli enti pubblici. Nei prossimi 18 mesi le amministrazioni dovranno eliminare le partecipazioni inutili o quelle che hanno più amministratori che dipendenti. Anzi da quel momento si passerà all’amministratore unico, eliminando il poltronificio per i trombati della politica. Chiusura per consorzi e le imprese con fatturato sotto 1 milione di euro.

 

Giusto combattere i fannulloni del Pubblico Impiego – è la reazione unanime dei sindacati -, che però reclamano un’accelerazione anche sul rinnovo dei contratti. Con l’accorciamento dei tempi per le sanzioni si rischia di aumentare il contenzioso ha avvertito Maurizio Bernava, Segretario Confederale della Cisl.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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